lunedì 25 febbraio 2019

41° giornata per la vita: dare ricevendo

http://www.prolife.it/2019/02/10/41-giornata-per-la-vita-dare-ricevendo/

Venerdì primo febbraio, ore 9:00. Gioia, ansia, senso di responsabilità mescolato a immensa
gratitudine: questi erano i sentimenti che dentro di me facevano a gara per far salire a mille
l’adrenalina. Stavo per salire quegli scalini che mi avrebbero portata a parlare della mia esperienza
di giovane mamma, di fronte a ben più di 500 ragazzi!
Quella mattinata al teatro Odeon di Firenze è stata davvero intensa e ricca di emozioni, per me
indimenticabile. Oltre a me, erano presenti altri due ragazzi, a testimoniare, attraverso le loro
esperienze, il loro amore per la vita. Il primo si chiama Federico, ed è un ragazzo che, dopo aver
vissuto a San Patrignano, ha scelto di mettersi in aiuto di chi si trova nella sua situazione di qualche
anno fa. L’altra ragazza, invece, è Nicole Orlando, che conta ben 5 medaglie vinte alle
paraolimpiadi. Ospite anche la band Pop-Rock dei Medison, i quali, oltre ad aver suonato dei loro
pezzi, hanno dato la loro testimonianza. Il tutto è stato condotto in maniera impeccabile da Andrea
Cuminatto e organizzato dal Movimento per la Vita fiorentino e dall’Arcidiocesi di Firenze.
La mattinata, secondo me, non è stata che un riassunto della bellezza della vita. Sono certa che
l’intento prefissato sia stato raggiunto: dare dimostrazione del suo valore.
Per quanto mi riguarda, ciò che più mi stava a cuore, non era in sé il fatto di far conoscere ai ragazzi
la mia storia, ma usare quest’ultima come strumento di inno alla vita; insomma, la mia intenzione
era quella di far capire quanto la vita ti possa sorridere se sei TU a sorridere a lei e a guardarla con i
giusti occhi. Noi possiamo decidere come agire, e se farlo per il bene o per il male: ecco, quel
venerdì per me è stato uno sprono che mi ha spinta a perseverare nella battaglia in difesa della vita,
di qualunque tipo o forma essa sia.
Una cosa mi resterà sempre incisa nel cuore, e la voglio condividere con voi: prima di parlare, presa
dall’ansia, cercavo a destra e a manca consigli su cosa e come fare. Federico mi ha consigliato di
non vedere di fronte a me la folla, ma una sola ragazza, quella che stava nella stessa situazione in
cui anche io mi ero trovata cinque anni fa, e di parlare a lei e per lei. E con questo pensiero in testa,
così ho fatto. Ho raccontato di quanto mi sentissi sola e di come io sia rinata grazie al Centro Aiuto
alla Vita (CAV), di quanto io abbia trovato conforto nelle persone sane che erano entrate nella mia
vita e di come io sia rinata da un periodo piuttosto buio. La cosa sbalorditiva è il fatto che, nel
momento finale, nel quale veniva data la possibilità ai ragazzi di scrivere domande in forma
anonima, arriva un foglietto dal quale il conduttore legge queste parole: “Dove hai trovato la forza di
dirlo ai tuoi genitori? Perché forse sono incinta”. Queste poche, semplici parole, sebbene mi abbiano
caricata di un grande senso di responsabilità nei confronti di quell’ipotetica vita, hanno dato un
senso speciale al mio intervento. Così era stato, la ragazza “immaginaria” alla quale stavo
raccontando di me e del mio bimbo, esisteva davvero! E anche se così non fosse stato, la cosa che
più conta è aver fatto capire anche a una sola persona, che le difficoltà che si incontrano, possono
essere superate sempre, a prescindere da tutto.
La mia speranza sta nell’essere riuscita a testimoniare che sì, la vita metterà sempre delle sfide nel
nostro percorso: ci saranno sempre ostacoli in cui si inciamperà, ma tutto dipende da me, e da te. La
soluzione non è quella di schivarli ma di superarli a testa alta e traendo da loro i migliori
insegnamenti.
Questa quarantunesima giornata per la vita voleva andare a smuovere le coscienze dei giovani.
Sono certa che un germoglio in ognuno di loro sia stato messo, ora basta solo annaffiarlo!
A quarantun’anni dalla legge che, nel 1978, legalizzò l’aborto, la strada in difesa della vita è
tutt’altro che in discesa, ma io vedo speranza. La fiducia che ho è stata confermata dalle centinaia di
luci che si sono accese durante il concerto, quel venerdì mattina. Le luci dei telefoni brillavano
come una pioggia di stelle in un cielo nero, e si muovevano in sincro a ritmo di musica. È stata
un’emozione unica e toccante assistere ad una risposta così potente.
Oltre a ringraziare di questa grande opportunità che mi è stata data, due grazie speciali che mi sento
di dare sono rivolti agli altri due ragazzi che hanno testimoniato. Sono stati per me come un
balsamo per l’anima. Federico mi ha dato dimostrazione di quanto sia vero che dalle ceneri si può
rinascere, di quanto conta essere determinati e di come sia grandiosamente soddisfacente uscire da
quelle sabbie mobili, così come ha fatto lui. Nicole, invece, con la sua grinta, mi ha trasmesso la più
grande gioia di vivere, attraverso il suo sorriso: da lei ho imparato ad apprezzare tutto ciò che la
vita regala, a partire dalle piccole cose, per crearne di grandi.
Insomma, emozioni irripetibili rimarranno incise dentro di me, questo è certo.
Mariella P.

Mariella e Cecilia a Parigi

 Evviva le nostre giovani sempre super impegnate

Mariella e Cecilia, le nostre giovani volontarie entrambe studentesse universitarie che l’anno scorso hanno partecipato al Seminario Vittoria Quarenghi, (Mariella alla prima esperienza, Cecilia già alla terza) ormai sono inseparabili, e si impegnano tantissimo nel nostro Movimento e Centro aiuto alla vita. Dopo la testimonianza di Mariella (21 anni, mamma di Gioele di 4,) al teatro Odeon di Firenze e della partecipazione di Cecilia a Roma da Papa Francesco, eccole in volo per Parigi, e precisamente al Senato, dove Mariella è stata chiamata dal Movimento Italiano a ritirare il premio ONE OF US alle mamme europee. Cecilia l’ha accompagnata ed è stata per le due amiche un’esperienza molto bella e intensa. Eccole a Parigi sabato 23 febbraio con il bellissimo premio, una statuetta che rappresenta una madre stilizzata e il grembo materno che accoglie il figlio che è uno di noi.
  Ecco Mariella in Senato mentre legge il discorso di ringraziamento in lingua inglese.

 Mariella riceve il premio One of Us dedicato alle mamme d'Europa




Brave ragazze siamo fieri di voi, continuate a testimoniare che il piccolo concepito non è certo un grumo di cellule ma è uno di noi.