domenica 19 aprile 2009

LA VITA E' AMORE, DONALA!

Chi sono i volontari del CAV

Vi invito a leggere la prefazione che Claudio Magris ha fatto al libro “Vite salvate” perché ci aiuta a comprendere meglio chi siamo noi volontari del Centro aiuto alla Vita e come la pensiamo. Troppo spesso infatti veniamo accusati di fare propaganda demografica, di non saper stare al passo con i tempi, o ancor peggio di voler difendere solo la vita del bambino, ma di non saper rispettare i diritti, in particolar modo il diritto di autodeterminazione delle donne che “obblighiamo” a tenere il figlio a tutti i costi. (Patrizia)

Prefazione a “Vite salvate” di Claudio Magris
"I volontari del Centro di Aiuto alla Vita non fanno propaganda demografica. Non ci pensano nemmeno che sia meglio avere figli piuttosto che non averne; non è detto che debbano professare un generico e retorico culto della vita, che è molto dubbio e comunque discutibile se sia un bene", ha scritto ti Claudio Magris nella prefazione di un libretto di testimonianze: le "Vite salvate" (cosi si intitola il libro a cura di Gianni Mussini, edizioni Interlinea, 10 euro), i bambini nati e poi cresciuti con l'aiuto dei volontari del Cav. "I volontari semplicemente cercano di aiutare i figli che già ci sono e i genitori che non vogliono perderli; rispettare i viventi, coloro che – per grazia o disgrazia – vengono messi al mondo senza averlo chiesto e hanno diritto, come tutti, alla solidarietà di tutti. Non l'astratto incensamento alla vita, ma il concreto rispetto e amore del fratello vivente muove la straordinaria, generosa, illuminata opera del Cav. Magris ascoltava a volte le telefonate della moglie, Marisa Madieri (il Cav di Trieste ora porta il suo nome), che discuteva ogni piccolo caso di disperazione, che cercava aiuti e ne dava "con estrema discrezione e sempre nell'assoluto rispetto della loro libertà e dei loro desideri". Una "lucida e spavalda carità", una cosa quasi normale che non si veste di crocifissi e baschi neri, che non spaventa né colpevolizza ma si mette accanto, quando serve e quando c'è qualcuno che lo chiede. Donne che si fanno carico di altre donne. Che provano a offrire una possibilità, o anche solo una carezza. Laura Boiocchi fa la casalinga, ha un figlio e per lui ha dovuto lasciare la carriera, non stava bene e aveva bisogno di lei. Un compagno di scuola del bambino le ha raccontato un giorno che cosa faceva il suo papa, "aiuta le donne che non hanno nessuno che le ascolta", è stato cosi che Laura ha cominciato. Voleva dare una mano, le sembrava una cosa bella, giusta. All'inizio nella segreteria di un Cav di Pavia, poi le hanno chiesto di cominciare a fare anche i colloqui. "Mi tremavano le gambe la prima volta", poi è andata bene, è riuscita persine a calmare una ragazzina bionda che piangeva, a farla uscire con un mezzo sorriso, un segreto in meno e un numero di telefono stretto in mano. Hanno uno sportello, un piccolo ufficio nel day hospital di un policlinico. Stanno lì, tre volte la settimana, e aspettano. "Siamo a disposizione di chi ci cerca", spiega Laura. Le cercano le donne che vanno a prenotare l'interruzione di gravidanza, e magari nella sala d'attesa sfogliano nervosamente l'opuscolo del Cav, vedono quelle facce sorridenti e si lasciano per un attimo cullare dal dubbio che potrebbero, poi, sorridere anche loro. "A volte sono le anestesiste che accompagnano qui le ragazze – dice Laura – perché le vedono con le lacrime agli occhi o anche solo sperdute". A loro Laura dice: non hai una cosa in meno, ma una in più.

Un assegno di 160 euro
Una ragazza del Camerun, al quarto anno di Medicina in Italia, viveva in collegio e aveva già prenotato l'aborto: il suo fidanzato studiava Economia e commercio, non si sentiva pronto; suo padre, in Camerun, voleva che abortisse, "devi laurearti e poi sposarti questa non ci voleva", lei era completamente sola, e se avesse tenuto il bambino avrebbe dovuto lasciare il collegio. All'ottava settimana di gravidanza ha fatto l'ecografia e si è messa a piangere. "Poi è arrivata qui, ho dovuto aspettare mezz'ora prima che si calmasse, prima che riuscisse a parlare". Il fidanzato le aveva detto: se lo tieni io non lo riconosco. Niente soldi niente casa niente di niente. "Le ho detto che avremmo trovato una soluzione, che se lei quel bambino lo voleva avremmo superato qualunque ostacolo". Quel bambino nascerà i primi giorni di gennaio, per due mesi lei starà ospite da un'amica, poi avrà un posto nella Casa di accoglienza di Belgioioso. Il Cav le ha dato l'assegno del progetto Gemma, 160 euro al mese, le ha dato un po' di amiche e i soldi necessari per le visite, le darà sostegno per aiutarla a crescere il bambino. "Non occorre la fede, preziosissima ma in questo caso non necessaria, basta la virtù laica della chiarezza e della logica razionale per sapere che ogni essere umano, in ogni fase anche debolissima della sua esistenza, ha diritto alla sopravvivenza e a vivere nella dignità", ha scritto Magris. Non occorre la fede, e Laura non chiede mai alle donne che si presentano allo sportello: sei credente? "Non lo chiedo perché non c'entra nulla, non è importante, è importante che io possa rispondere alle loro domande, accogliere le loro storie". C'è chi non accetta un secondo colloquio, c'è chi scappa via subito, c'è chi piangendo dice "Se l'avessi saputo prima", e magari pensa a quell'altra volta, quella in cui era tanto giovane e tanto sventata. C'è chi è già stata li, poi ha abortito e adesso ritorna, per una seconda volta. "Se noi spaventassimo e colpevolizzassimo le donne, come vorrebbero le nostre caricature, perché dovrebbero tornare? E perché dovrebbero, in cosi tante, cambiare idea e provare a farcela?", dice Laura. A volte non sanno nemmeno cosa è successo alle ragazze che hanno chiesto consiglio e poi sono uscite da li. Alessandro Assanelli, però, professore di chimica e volontario da trent'anni, se le ricorda tutte. "Ho parlato con mille mamme, avevano già in mano il certificato d'aborto, e so che almeno ottocentocinquanta hanno accettato la gravidanza, hanno detto si alla vita, in nome della loro libertà". La libertà di non abortire, se non si vuole. "Basta guardare le facce delle ragazze che decidono di tenere il loro bambino: sono trasformate dalla gioia", ed è per questo, dice Assanelli, che lui si sente ancora di più in dovere di abbracciare le altre, quelle che non ce l'hanno fatta, quelle che hanno dovuto abortire. "Guai a giudicarle – dice – guai a voltar loro le spalle". Una ragazza ha scritto una lettera: "L'unico aiuto che ebbi fu un certificato di interruzione di gravidanza e la certezza che avrei dovuto recarmi da sola in ospedale a uccidere mio figlio. Questa non è libertà. Non conoscevo allora la presenza e l'opera dei Centri di aiuto alla vita, ne avrei avuto bisogno e sono certa che se mi fosse stata offerta questa opportunità l'avrei accettata con gioia e ora avrei accanto a me anche quella bambina per la quale mai si è spento il ricordo e il rimpianto. Antonella".

Padri che cambiano numero di telefono
Condivisione. Dicono che è questo quello che fanno i volontari per la vita. Condivisione quieta e attenta, aiuto vero e materiale: i soldi, la casa, il lavoro. Tutto quello che possono. Hanno aiutato una ragazza ad andare all'estero, perché il compagno in Italia l'avrebbe trovata e fatta abortire a calci: lui non sa dove sia lei adesso, e non lo deve sapere. Un'altra era sieropositiva, l'ha scoperto quando è rimasta incinta, contagiata dal fidanzato che non le aveva detto nulla e che voleva solo che abortisse in fretta. Il Cav l'ha aiutata a tirare fuori la forza che credeva di non avere, un volontario è andato a casa sua, una sera d'estate, ha affrontato quell'uomo che la menava e lei poi è andata da un avvocato, l'ha diffidato dal fare mai più del male a lei e al bambino, che nascerà sano. Cose così, storie terribili e storie normali, di donne che arrivano e dicono: "Non posso tenerlo, abbiamo appena cambiato la macchina", ma poi negli anni continuano a telefonare alle volontarie, e molte di loro sono più volte madrine. Donne che decidono di non abortire non perché hanno paura della morte (e non per la favola brutta e falsa dei feti abortiti mostrati per scoraggiare), ma perché amano la vita. Una donna di quarantuno anni stava con un ragazzo più giovane, ventotto anni, non pensava più alla maternità, ma è rimasta incinta. Lui le ha detto che poteva anche scordarsi il suo numero di cellulare se teneva quel figlio, quello sbaglio. Lui aveva tutta la vita davanti per fare figli, lei no. Ma nemmeno il padre voleva che lo tenesse, non le ha parlato per un mese, e invece adesso l'accompagna a ogni ecografia, orgoglioso. Era agosto e il centro Cav era chiuso, ma la telefonata è stata trasferita al cellulare di una volontaria. "Ho fatto quasi tutto per telefono – racconta Laura – le ho consigliato per prima cosa di spostare l'aborto di un paio di settimane, perché per fortuna era ancora molto indietro. E l'ho ascoltata mentre mi diceva che stava male, che se non abortiva perdeva il fidanzato e se abortiva perdeva un figlio". Il fidanzato ha perfino cambiato residenza, lei ha cambiato vita: il bambino nascerà a marzo. "Mai nessuna si è pentita di non avere abortito", dice Alessandro Assanelli. Questi volontari (questi fanatici, dicono in tanti) spesso si tolgono i soldi dalle tasche senza dirlo a nessuno perché quella mamma deve fare un'altra ecografia, o perché il bimbo ha l'otite. Un'ostetrica ha aperto la cascina dei suoi genitori, in campagna, alle ragazze madri, e a poco a poco ha costruito tante casette intorno: dice che è quella la festa, la festa della vita che nasce.
Messaggio dei Vescovi per la Giornata per la Vita 2009
Giornata per la vita 2009 (1 Febbraio)
“La forza della vita nella sofferenza

La vita è fatta per la serenità e la gioia. Purtroppo può accadere, e di fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza. Ciò può avvenire per tante cause. Si può soffrire per una malattia che colpisce il corpo o l’anima; per il distacco dalle persone che si amano; per la difficoltà a vivere in pace e con gioia in relazione con gli altri e con se stessi.
La sofferenza appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte imperscrutabile: solo «per Cristo e in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte» (GS 22).
Se la sofferenza può essere alleviata, va senz’altro alleviata. In particolare, a chi è malato allo stadio terminale o è affetto da patologie particolarmente dolorose, vanno applicate con umanità e sapienza tutte le cure oggi possibili.
Chi soffre, poi, non va mai lasciato solo. L’amicizia, la compagnia, l’affetto sincero e solidale possono fare molto per rendere più sopportabile una condizione di sofferenza. Il nostro appello si rivolge in particolare ai parenti e agli amici dei sofferenti, a quanti si dedicano al volontariato, a chi in passato è stato egli stesso sofferente e sa che cosa significhi avere accanto qualcuno che fa compagnia, incoraggia e dà fiducia.
A soffrire, oggi, sono spesso molti anziani, dei quali i parenti più prossimi, per motivi di lavoro e di distanza o perché non possono assumere l’onere di un’assistenza continua, non sono in grado di prendersi adeguatamente cura. Accanto a loro, con competenza e dedizione, vi sono spesso persone giunte dall’estero. In molti casi il loro impegno è encomiabile e va oltre il semplice dovere professionale: a loro e a tutti quanti si spendono in questo servizio, vanno la nostra stima e il nostro apprezzamento.
Talune donne, spesso provate da un’esistenza infelice, vedono in una gravidanza inattesa esiti di insopportabile sofferenza. Quando la risposta è l’aborto, viene generata ulteriore sofferenza, che non solo distrugge la creatura che custodiscono in seno, ma provoca anche in loro un trauma, destinato a lasciare una ferita perenne. In realtà, al dolore non si risponde con altro dolore: anche in questo caso esistono soluzioni positive e aperte alla vita, come dimostra la lunga, generosa e lodevole esperienza promossa dall’associazionismo cattolico.
C’è, poi, chi vorrebbe rispondere a stati permanenti di sofferenza, reali o asseriti, reclamando forme più o meno esplicite di eutanasia. Vogliamo ribadire con serenità, ma anche con chiarezza, che si tratta di risposte false: la vita umana è un bene inviolabile e indisponibile, e non può mai essere legittimato e favorito l’abbandono delle cure, come pure ovviamente l’accanimento terapeutico, quando vengono meno ragionevoli prospettive di guarigione. La strada da percorrere è quella della ricerca, che ci spinge a moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le patologie – anche le più difficili – e a non abbandonare mai la speranza.
La via della sofferenza si fa meno impervia se diventiamo consapevoli che è Cristo, il solo giusto, a portare la sofferenza con noi. È un cammino impegnativo, che si fa praticabile se è sorretto e illuminato dalla fede: ciascuno di noi, quando è nella prova, può dire con San Paolo «sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne» (Col 1,24).
Quando il peso della vita ci appare intollerabile, viene in nostro soccorso la virtù della fortezza. È la virtù di chi non si abbandona allo sconforto: confida negli amici; dà alla propria vita un obiettivo e lo persegue con tenacia. È sorretta e consolidata da Gesù Cristo, sofferente sulla croce, a tu per tu con il mistero del dolore e della morte. Il suo trionfo il terzo giorno, nella risurrezione, ci dimostra che nessuna sofferenza, per quanto grave, può prevalere sulla forza dell’amore e della vita.

sabato 18 aprile 2009

Attività anno 2008

Nell'anno 2008 abbiamo pensato alcune strategie per porre in essere un aiuto maggiore alla famiglia, particolarmente penalizzata oggi a causa della crisi economica.
Ci siamo impegnati in:

 accoglienza a mamme, famiglie e ai loro bambini con interventi finalizzati a favorire l'integrazione culturale: ha avuto inizio per due bambini in età scolare, il sostegno scolastico da parte di due studentesse, mediante un progetto denominato “Idee di Solidarietà” iniziativa che intendiamo continuare anche nel prossimo anno. Previo contatto con l'assistente sociale, possiamo offrire qualche piccolo contributo nell'inserimento alla scuola materna nel caso in cui il genitore non possa permettersi di pagare la retta.

 raccolta e distribuzione alle famiglie assistite di corredini, carrozzine, passeggini, seggioloni, lettini ecc...Acquistiamo pacchi di pannolini, prodotti dietetici per la prima infanzia e latte in polvere per le famiglie particolarmente bisognose;

 continua l'iniziativa “regalami pannolini” in collaborazione con il Golden Shop di Campodarsego: si tratta di raccogliere pacchi di pannolini che ci vengono donati dalle clienti per i piccoli che accogliamo al Centro. Chiunque puo' donare;

 contatti con farmacie: cerchiamo di sensibilizzare le farmacie della zona: a volte ci vengono donati prodotti dietetici per la prima infanzia.
Il nostro messaggio è: “LA VITA E' UN DONO CHE VA DIFESO, AMATO E RISPETTATO”,
per questo cerchiamo di sensibilizzare, in particolar modo i giovani, a questo messaggio attraverso:

 diffusione di materiale a carattere divulgativo, informativo, didattico che abbiamo donato in alcune scuole: IC. di Campodarsego, di Loreggia, di S.Giustina in Colle, S.Cuore di Cadoneghe;

 abbiamo firmato una Convenzione con l'U.L.S.S. 15 che ci permette di divulgare nostro materiale e informare i medici della zona. Sono stati distribuiti numerosi pieghevoli ai Consultori e presso gli ambulatori medici.

 presenza nelle scuole, ecc..., con iniziative come: dibattiti, incontri, concerti da noi organizzati.
A tal fine nel mese di giugno, abbiamo donato un piccolo contributo al Coro Giovanni Paolo
II, in occasione del loro concerto.

 Presenza in alcune manifestazioni con stand in cui vengono venduti gadgets e diffuso materiale informativo del Movimento per la Vita. Quest'anno abbiamo partecipato a:

1. Giornata per la vita: la prima domenica di febbraio davanti alla Chiesa di Campodarsego, S.Andrea e Villanova con vendita delle primule;
2. Festa dell'Assunta a Campodarsego 14-18 agosto 2008;
3. Festa del Volontariato il 9 novembre in Piazza a Campodarsego.



In queste due ultime occasioni, applicando la logica del dono, abbiamo deciso di donare il
ricavato della nostra vendita rispettivamente al Vescovo per le madri sole della Comunità di Antiochia e all'Associazione APIS di Campodarsego, per aiutare chi è più fragile e meno fortunato.
Abbiamo inoltre organizzato una raccolta di firme per una petizione da presentare al Parlamento Europeo in cui chiediamo il riconoscimento della dignità dell'essere umano dal concepimento alla morte naturale, la sospensione di esperimenti distruttivi sugli embrioni umani e il riconoscimento delle famiglie basate sul matrimonio tra uomo e donna.

 Progetto: “Aiutiamo i bimbi dell'Est” poiché crediamo sia giusto aiutare anche chi ha più bisogno, ma si trova lontano:
1. Sosteniamo le mamme e i bimbi della Bulgaria: nei nostri stand vendiamo anche oggetti artigianali realizzati da ragazze madri accolte in un centro di accoglienza in Bulgaria con i loro piccoli.
2. Inviamo pacchi contenenti pannolini, abbigliamento, giocattoli ecc... a bimbi della Romania e in un orfanatrofio dell'Ungheria, tramite nostre volontarie e referenti.

 Ad ogni bambino seguito dal Centro viene donato, a Natale, un piccolo giocattolo.
 Riparte dal mese di dicembre un nuovo Progetto Gemma, promosso dalla nostra
associazione e coinvolgente una trentina di famiglie per un'adozione a distanza ravvicinata di
una mamma e del suo bimbo per la durata di 18 mesi e prevede una donazione di 160€ al mese.

Formazione: la nostra formazione avviene continuamente grazie a riunioni periodiche di verifica e con la partecipazione attiva ai vari Convegni e incontri promossi dal Movimento per la Vita Italiano e dai Movimenti a livello regionale e provinciale.

Progetti per l'anno 2009:

Il primo febbraio, 31a Giornata per la Vita, presso il cinema Teatro Aurora di Campodarsego abbiamo organizzato un concerto pop-choir dal titolo “L’ALBERO DELLA VITA” proposto dal gruppo di Borgoricco “VOCI PER UN MONDO NUOVO”;

Considerato che molti giovani partecipano volentieri ai nostri turni di accoglienza e ad altre iniziative dando un contributo molto prezioso, è nostra intenzione:

 continuare con la strada intrapresa, cercando di sensibilizzare e coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani alla nostra attività di volontariato;

 favorire la partecipazione di alcuni giovani inseriti nel Movimento, venendo incontro a buona parte delle spese di soggiorno, alla settimana di formazione “Life Happening” che si svolge generalmente nel periodo estivo in località marittime e raccoglie giovani da tutte le parti d'Italia;
 aderire nuovamente al Progetto “Idee di Solidarietà” promosso dal Centro Servizi del Volontariato di Padova che finanzia il progetto, l'aiuto ad un numero maggiore di famiglie attraverso il sostegno scolastico, il contributo per inserimento nella scuola materna, nido o ludoteca dei bimbi (anche per favorire l'inserimento lavorativo delle madri) e continuare ad offrire servizi tipici del Centro: pannolini, prodotti dietetici, abbigliamento, ecc....
 fare prevenzione ed educazione affettiva e al volontariato attraverso la nostra partecipazione nelle scuole, ecc….
Possiamo definire positivo il nostro primo anno di attività grazie all'impegno costante e attivo dei numerosi volontari e all'aiuto di molti sostenitori.
Naturalmente per poter portare avanti i nostri progetti e le nostre iniziative al meglio, abbiamo bisogno della preghiera, dell'incoraggiamento e del sostegno di tante persone di buona volontà sensibili a ciò che facciamo.

RELAZIONE CONVEGNO REGIONALE VENETO - 28 SETTEMBRE 2008, TREVISO

TITOLO: ANTROPOLOGIA & SESSUALITA'
Ovvero l'idea di Uomo e Donna, di Relazione d'Amore e di Maternità oggi

MATTINA:
 Abbiamo visto un filmato presentato dai giovani del Movimento per la Vita di Scorzè, che definirei inquietante, perchè ci mostra il modo di relazionarsi della maggior parte dei giovani d'oggi nel campo affettivo, essi tendono a ricercare un partner principalmente allo scopo di divertirsi, non credono nell'amore duraturo o eterno, sono pronti a fare esperienze nuove e discutibili, al solo scopo di provare emozioni e piacere effimeri e fugaci.

 l'On. Carlo Casini, (Presidente nazionale MPV-CAV) ha parlato di antropologia, amore sponsale e maternità, puntando sul concetto (dichiarato anche nell'art. 16 della Dichiarazione dei Diritti Fondamentali dell'uomo) che esiste e deve esistere l'interesse pubblico per la famiglia; il bene comune vuole che ci siano famiglie. Oggi però, purtroppo assistiamo a dei controsensi perchè per esempio nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, la dimensione sessuale non viene più considerata come componente biologica, ma come tendenza sessuale, cosicchè anche l'interesse pubblico diventa quello di favorire l'autodeterminazione, cioè ognuno fa quello che vuole. Allora anche la libertà non è più considerata il valore ultimo, (noi possiamo definirci liberi perchè solo la libertà ci rende capaci di amare), ma diviene strumentale al valore ultimo. E anche l'art. 29 della Costituzione Italiana che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, oggi viene messa in discussione, c'è infatti la tendenza di eliminare il matrimonio come istituzione perchè esca dalla sfera pubblica e prevalga la sfera privata (individualismo sempre più accentuato). A questo punto Casini ci suggerisce tre immagini, che ci fanno comprendere come sia necessario ripartire dal figlio.
1. Il vero Big Bang è l'inizio della vita di ogni essere umano, che esplode, si espande, cresce, si organizza in una società complessa e suscita meraviglia ancor più grande dell'Universo stesso (proviamo infatti a pensare ad un universo fatto solo di materia, non ad un essere pensante con una capacità d'amare), se c'è un fine nell'universo questo è possibile solo guardando l'uomo. Il passaggio dal nulla all'esistenza (Big Bang) avviene in ogni momento in cui scocca la scintilla del concepimento.
2. la creazione è un disegno di Dio in atto. Avviene ogniqualvolta nasce un bimbo.
3. Il figlio ci garantisce il senso della storia.

Ecco dunque perchè la politica e il diritto si devono occupare di famiglia e concepimento.

Come il concepimento deve nascere da un atto d' amore anche la vita umana ha bisogno dell'abbraccio. Il corpo della madre che abbraccia il figlio lascia in lui una traccia indelebile. Nell'abbraccio, nell'atto d'amore c'è traccia dell'Amore trinitario di Dio (a sua immagine li creò, maschio e femmina li creò).
Da noi sono venuti meno il senso della speranza e il coraggio dell'avventura. Il Presidente Casini ci ha ricordato l'esempio della Polonia dove vige dal 1953 la legge sull'aborto. Di come lì gli aborti siano diminuiti drasticamente nel 1980 prima e nel 1989 poi (con l'esperienza di Solidarnosh. l'annuncio evangelico del Papa Giovanni Paolo II, nonché il crollo del muro di Berlino). Da questa esperienza si comprende che per difendere la vita sono importanti sia l'annuncio, sia la speranza.
Lo Stato sociale è ormai crollato, c'è bisogno di riformarlo, gli alleati dello Stato sono le famiglie, in quanto risorse, se vengono debitamente valorizzate.
E' indegno che l'art. 4 della legge sull'I.V.G. stabilisca che si possa abortire anche per motivi economici: siamo immersi in una società che impone a noi nuovi schiavi una violenza raffinata e subdola, che fa passare il messaggio che la sessualità sia una cosa banale il cui unico significato è il divertimento fine a se stesso, che presenta la contraccezione come mezzo per raggiungere una sessualità facile e sicura, in definitiva viviamo in una società che vuole cancellare il figlio. Per tutti questi motivi non dobbiamo rinunciare al tentativo di modificare la 194 (non potendo eliminare il principio di autodeterminazione), puntando perlomeno alla riforma dei Consultori che dovranno prendere a modello l'esempio dei CAV.
Infine si è parlato del caso Eluana Englaro, emblematico di tutti i casi di umana sofferenza. Ricordandoci che Gesù ha sofferto ed è morto sulla croce, per redimerci ci invita a guardare con venerazione a questi malati.
Contro ogni tentativo di chiunque si senta in diritto di affermare che queste persone non hanno una loro dignità ed è giusto porre termine alle loro sofferenze mediante eutanasia, è necessario assumere la guida di un movimento che si faccia resistenza.

A Montecatini si terrà il Convegno Nazionale dei MPV-CAV il 14-15-16 Novembre dal titolo:
Il Big Bang della Vita.

 La Dottoressa E. Gismundo (psicoterapeuta), ci ha parlato della relazione d'amore (Eros e Agape).
Alfabeto della vita: Amore, creatività, responsabilità, mistero.
Esistono due tipi di relazione affettiva:
1. Relazione affettiva improntata al benessere *
2. Relazione affettiva improntata alla salvezza *
La prima è improntata sul modello edonistico “stiamo bene insieme perchè stiamo bene”, ma prevede dei rischi perchè è basata principalmente sulla passione che può diminuire o finire.
La seconda, invece, prevede un percorso di individuazione, una strada di vita attraverso la quale l'individuo si avvicina a quel progetto che ciascuno ha in sé e non solo per sé. E' la strada che porta ciascuno di noi a rappresentare il significato profondo della propria originalità, si parte da una propria cellula per creare qualcosa, o meglio si parte da un processo psicofisico per arrivare ad una propria creatività. Qui è fondamentale che si incontrino le parti brutte, quelle che non sopportiamo in noi e nell'altro (parti ombra) e le parti belle.
Per stabilire una relazione creativa, responsabile, bisogna dunque fare i conti con la relazione di salvezza, accogliendo anche le spigolosità dell'altro.
Ma la coppia non si esaurisce all'interno della relazione stessa tra uomo e donna, perciò, nella relazione di salvezza, apre lo spazio all'altro elemento della relazione che è il mistero (inesistente nella relazione di benessere). Il mistero (è il vibrare delle palpebre di fronte a fonte luminosa). Anche la genitorialità deve essere aperta all'inneffabile, all'imperscrutabile.
Oggi si fanno meno figli per due paure:
1. paura che il bimbo non sia sano
2. paura di non essere all'altezza come genitore soprattutto oggi che si tende a volere solo prodotti perfetti.
Per questo bisogna partire dal presupposto che è necessario insegnare ai giovani che non esistono genitori perfetti, né figli perfetti.

*Per comprendere meglio i due tipi di relazione ci consiglia la lettura di due poesie per innamorati tratte da un libro di Pablo Neruda, la prima “Il Vasaio”, la seconda “Mia brutta”.

La Dottoressa Gismundo, al termine della sua disquisizione, ci ha lanciato una bella provocazione alla quale ognuno di noi potrà rispondere: “Se Gesù di Nazareth oggi volesse tornare sulla Terra in quale famiglia vorrebbe nascere?”

 Infine Don Mariano Maggiotto ci ha parlato della fiducia e della speranza all'interno delle relazioni familiari. Se c'è fiducia in Dio e nelle proprie possibilità, la cura di te stesso e dell'altro avrà esito positivo pur nella drammaticità dei fatti. Quante paure nascono dalla disperazione del fatto che mi fido poco di me e della vita che ho attorno, allora pongo l'enfasi sul mio presente e tolgo da me le parole sacrificio perchè non serve a nulla, questo è l'annullamento di ogni progettualità. La dedizione all'altro non deve mai smettere di farmi coltivare me stesso perchè l'esperienza dell'amore è dare all'altro se stessi. Se non perseguo l'obiettivo di migliorarmi, allora non darò all'altro me stesso, ma lo riempirò di oggetti, talora inutili, per colmare il vuoto attorno a me, per colmare l'impossibilità di essere strumento d'amore. Per amare bisogna recuperare il senso della gratitudine. Chi non sa ringraziare è fuori dalla logica della vita. Perchè è proprio dalla gratitudine che scaturisce l'atto dell'offrirsi nella gratuità, senza aspettare nulla in cambio. Il perdono è insieme il vertice dell'amore e della gratuità. Ancora per imparare ad amare ci vuole discernimento perchè l'amore per l'altro ha bisogno di saper leggere dentro le cose, di capire, di intelligenza. Quando sono maturo per l'amore so amare con gratuità e mi domanderò: “di che cosa hai davvero bisogno?” E il dono di me stesso non deve mai trasformarsi nell'offrire all'altro ciò di cui ho bisogno io, altrimenti così non lo faccio crescere, ma lo soffoco. Gli organi fondamentali dell'intelligenza sono gli occhi, ma la vista va esercitata attraverso l'umiltà, virtù che mette in moto l'osservazione che in seguito si trasforma in ragionamento. Infine Don Mariano ci ha parlato della logica dell'Eucaristia, del figlio che diventa pane, nutrimento per la nostra vita, ricordandoci che Gesù, nell'Ultima Cena, è Dio che si inginocchia davanti all'uomo e della ferialità dell'amore: non è nelle cose che facciamo la grandezza dell'amore, ma nel cuore che ci mettiamo. TENIAMO IL CUORE ACCESO DENTRO LE COSE DELLA VITA.

POMERIGGIO:
Nel pomeriggio ci siamo gustate un bel musical dal titolo: “Un posto per la Vita”, interpretato da i Sile-nziosi Attori per caso, gruppo di cui fa parte una volontaria del CAV di Treviso che tra l'altro, ha scritto la commedia. E' stato messo in luce come l'accettazione e la cura di una nuova vita, anche inattesa, passa attraverso la cura della famiglia. Come dire che il ricorso all'aborto può essere evitato se la famiglia è aperta alla cultura della vita! Una proposta con una forte valenza educativa e che ben si presta ad approfondimenti sia in famiglia che in gruppo.
Poiché il gruppo è disponibile a portare in giro questo musical, ci piacerebbe proporlo
anche alle nostre comunità, magari tentando una collaborazione col MPV di
Camposampiero (per sperare in un pubblico più vasto).

CONSIDERAZIONI PER LA NOSTRA ATTIVITA' FUTURA NEL MPV-CAV:

Al Convegno erano presenti: Antonella, Caterina, Silvia B., Lucia, Paolo, Patrizia.

Abbiamo visto come sia necessario affrontare la nuova questione antropologica e porre l'essere umano al centro. L'uomo e la donna svolgono un compito insostituibile: quello di donare la Vita che è la prima delle pari opportunità.
Purtroppo oggi è diffuso tra i giovani un uso precoce , irresponsabile e inadeguato della sessualità: da più parti veniamo informati che molti ragazzini di 13-14 anni hanno già rapporti sessuali e non sanno nulla delle conseguenze a cui vanno incontro. Alcune hanno già fatto ricorso alla pratica abortiva o assumono la pillola del giorno dopo che si fanno acquistare tranquillamente in farmacia dalle sorelle o amiche più grandi. E quello che sorprende e spaventa è che sono proprio le madri ad accompagnare queste adolescenti ad sopprimere la propria creatura.
Quanto abbiamo ascoltato, sentito e visto al Convegno di Treviso non può lasciarci indifferenti. Il cammino da fare insieme penso debba proseguire su un doppio binario:

1. proseguire con la sensibilizzazione dei giovani:
 facendo loro conoscere il Movimento per la Vita attraverso incontri, concerti, spettacoli, cineforum, ecc...
 lavorare a stretto contatto con le realtà educative: scuola, parrocchia, consiglio pastorale, genitori, catechisti, consigli di Istituto proponendo la diffusione del messaggio per la vita, coinvolgendo queste realtà alle ns. attività.
 proporre nelle scuole la partecipazione ai concorsi europeo ed ambrosiano perchè favoriscono comunque un momento di riflessione da parte dei ragazzi e degli insegnanti stessi.
 ampliare il file che presentiamo alle scuole sul nostro volontariato, affrontando anche il tema della sessualità e dell'aborto, chiedere che il MPV sia chiamato ad esporre il proprio pensiero durante i corsi di Educazione affettiva e sessuale (con un eventualmente supporto di esperti).

2. continuare l'opera di diffusione del nostro messaggio presso i medici di famiglia (portando materiale informativo negli ambulatori) e presso i Consultori familiari,
dei quali urge una imminente riforma.
 Formarci tenendoci continuamente aggiornati anche mediante la partecipazione a incontri, convegni o attraverso la lettura del mensile di informazione SI ALLA VITA.
 Sensibilizzare e informare il più possibile l'opinione pubblica delle strategie in atto per difendere e tutelare la famiglia oggi sempre più minacciata al suo interno, (come la raccolta firme per la petizione europea) perchè vale sempre il vecchio detto: l'unione fa la forza.

RELAZIONE CONVEGNO svoltosi a Padova il 6 febbraio 2009

EDUCARE ALLA VITA…EDUCARE ALLA SALUTE: LA RIFORMA DEI CONSULTORI


Saluto e riflessione del Vescovo Padre Antonio Mattiazzo: Dio è luce per l’intelletto, il bene diventa il valore che fonda la legge morale. Anche l’illuminista Kant riconosceva una legge morale fondata su Dio. “Il cielo stellato al di sopra di me, la legge morale dentro di me”. E’ qualcosa che trascende, lo riconosciamo e veneriamo nella coscienza. Dobbiamo però fare attenzione all’inganno, ai sotterfugi, all’ipocrisia e all’ambiguità del linguaggio. La crisi tocca economia, politica, educazione, diritto bene comune della società. Senza la luce della verità calano le tenebre nei cuori, ma anche nella convivenza umana.
Vi sono grandi tematiche che la cultura corrente non sa più affrontare. Per esempio: Chi è Dio? Nella natura c’è solo determinismo, non c’è resurrezione. Mentre nella storia il Crocifisso (Amore) risorge. A Dionisio, dio pagano dello sballo e della droga, non interessa l’amore, lui non salva nessuno, gli interessa solo la sua ebrezza. Dio è amore e tutto quello che Lui dispone è per il nostro bene. L’Amore non muore proprio come il Crocifisso che è risorto dalla morte. Se smarriamo questi valori ne esce una società dell’egoismo e dell’indifferenza.
Padre Antonio ci ricorda infine di aver avviato il processo di beatificazione di Maria Cristina Cella Mocellin perché questa giovane, nonostante la sua malattia oncologica, ha lottato con tutte le sue forze per portare a termine la sua terza gravidanza e dare la sua vita per dare alla luce il figlio.

Assessore: La tecnica deve essere a servizio dell’uomo e della vita e non il contrario. Bisogna educare alla vita, alla salute. Assieme si cresce nella comunità mettendo al centro la famiglia come risorsa, come rappresentante della comunità che è in grado di interloquire con l’ente locale e tutti i soggetti che operano nel campo della salute.
I Consultori vanno riformati e devono agire soprattutto nell’ambito della prevenzione.
Oggi è necessaria un’educazione alla sessualità e all’accoglienza della vita.

L’assessore ai servizi sociali della Regione Veneto, Valdegamberi, ha parlato di un Bando aperto a tutti i comuni che si impegnino a mettere in atto strategie a sostegno della famiglia. I bambini sono un valore per tutti, recuperare questo valore deve essere la nostra “mission”. Dobbiamo percorrere questa strada sollecitando le ULSS e i Comuni.

La Prof.ssa Daria Minucci ci ha ricordato come ci sia interdipendenza tra salute ,vita e famiglia.
Si tratta di un equilibrio tra mente corpo e spirito. La vita è un primato, viene prima di tutto.
Il culto della bellezza del corpo è estremizzato in un mondo che pensa più all’avere che all’essere, in una società che dobbiamo rieducare alla vita.
Ci sono segni anche in questo nostro tempo che proclama il culto del corpo e della ricchezza: c’è il sole, questa luce nascosta che dobbiamo far splendere. C’è questa umana ricchezza che è dono che Dio ci fa come strumento per cambiare la società.

Dott.ssa dell’Associazione Scienza e Vita: Dobbiamo allargare lo sguardo sull’uomo se vogliamo educare alla salute in ogni sua dimensione (comprese quella etica e spirituale) e dare alla famiglia il primato di educare a star bene e ad avere una propria progettualità. Altrimenti l’educazione assume un’impronta materialistica che la porta ad una dimensione edonistica. Vi è dunque un’urgenza culturale, quella di riappropriarci dell’apparente passività umana dove si cela tutta la potenza della redenzione.
La salute è solo una caratteristica della persona, non ne esaurisce la ricchezza, ma rimane uno dei beni più importanti. Perciò si esige l’impegno del singolo e della società per la tutela e la protezione della salute.
Permangono cattive abitudini sanitarie, bisogna dunque educare alla conoscenza del se’ umano, alla consapevolezza che alcune scelte sviliscono, alterano la preziosa armonia della persona.
Ruolo della famiglia: non delegare alle istituzioni, reintegrare la dimensione morale insita all’educazione alla salute, rivolgendosi all’uomo nella sua dimensione spirituale. E’ un impegno educativo che conduce al rispetto della corporalità anche alla luce della trascendenza dell’uomo.
E’ solo la relazione d’Amore che va al cuore della persona e gli da’ voglia di vivere.
La frattura causa sofferenza. Dobbiamo riuscire a ricomporre l’armonia tra la persona e il disagio psicofisico dando il primato al vigore spirituale.
La sofferenza è esperienza umana ordinaria per ciascuno di noi, anche se non riusciamo a coglierla pienamente e non riusciamo a spiegarla specialmente quando capita ai bambini.
Si vuole dimenticare che la fragilità fa parte dell’umanità. Esistono tecniche prenatali mascherate da terapeuticità come ad esempio in Sardegna dove si è cercato di sconfiggere la talassemia attraverso gli aborti (1131 su 6000 coppie a rischio). C’è una scarsa attenzione alla vita, un’aggressione alla dignità umana specie nell’anziano e specialmente se è malato e vulnerabile, egli viene emarginato perché non è più utile alla società, anzi è ritenuto dannoso.
Dunque dovremmo riconfermare il ruolo che possiede la persona anziana.
Concentrarsi sulla persona, sulla relazione, con impegno, solidarietà, responsabilità morale. La sofferenza vicino alla morte assume una connotazione esistenziale. Accompagnare alla morte con dignità è il dono più grande, dopo quello della vita, che possiamo offrire ad un essere umano.
Educare i nostri figli a leggere la sofferenza e a viverla con dignità nel resto del contesto sociale equivale ad educare all’Amore. La sofferenza quando è accolta come dono è in grado di educare l’uomo alla Vita e all’Amore.

l'On. Carlo Casini, (Presidente nazionale MPV-CAV) ha parlato di come dovrebbe essere prevista la riforma dei consultori. Una riforma urgente, possibile, e se possibile doverosa.
La legge 194 andrebbe rivista prevedendo il divieto di certificazioni di IVG troppo facili.
Nella legge bisogna scrivere che si deve cercare di aiutare a nascere anche nelle gravidanze difficili. L’attuale legislazione distoglie lo sguardo dal bambino e così lui viene negato.
Il fine del Consultorio dovrebbe essere in primo luogo la difesa della vita del figlio, non contro ma assieme alla madre.
Bisogna trovare la metodologia più idonea, ma lo scopo deve essere chiaro. Il Consultorio infatti non deve essere lo strumento propedeutico all’aborto, ma lo strumento tramite il quale l’Ente Pubblico non rinuncia a difendere la Vita. E’ dunque il cuore della legge, ma vanno riviste la sua composizione, i controlli, le garanzie, ecc…Il Presidente Casini ci ha infine ricordato i 134 mila aborti nel Veneto nel 2003 (dato davvero sconfortante.