venerdì 31 maggio 2013

PARTORIRE CON LA DOULA

Il CAV di Campodarsego offre una nuova possibilità alle mamme partorienti.
A tutte le mamme che si rivolgono al centro, e che sono sole, o se il marito non se la sente o sono nelle più diverse condizioni e desiderano avere una persona accanto per il travaglio e parto, possono chiedere di essere accompagnate dalla Doula.
La doula non è un'ostetrica, e non dà consigli medici. La doula sta accanto alla madre, la sostiene, la può aiutare a cambiare posizione durante il travaglio sostenendola ad avere un parto attivo, le ricorda di bere e mangiare, e la incoraggia nei momenti di fatica maggiore.    
Cerca di facilitare e di aiutare la mamma a far divenire il travaglio/parto la migliore esperienza possibile.
Una volta a casa può sostenere e incoraggiare l'allattamento ed ha cura della neonata relazione mamma/bambino.   
 
Per informazioni contattare il CAV al n. 3402429359
 
Per le mamme in attesa di Campodarsego, che non sono assistite dal Cav c'è la possibilità di avere la  DOULA  con contributo spese.

domenica 26 maggio 2013

IL CONCEPITO, ESSERE UMANO di Gino Soldera






Di tutte le fasi del ciclo di vita di un essere umano la fase prenatale è la meno considerata.
Il concepito, che non ha voce, è ritenuto ultimo degli ultimi al punto che l'essere umano adulto si è arrogato il diritto di fare di lui ciò che desidera, vedi legge sull'aborto.
Non ci si rende conto che la fase prenatale è la più importante della vita che un essere umano attraversa, perché è determinante per la sua formazione e perché da questa dipendono tutte le fasi successive.
Il concepito deve cominciare ad essere considerato un essere umano a tutti gli effetti: non è un oggetto, ma un soggetto di esperienza. E' dotato di un Io personale, unico, originale e irripetibile, prodotto dall'incontro tra l'Io maschile (lo spermatozoo) con l'Io femminile (l'ovulo). L' Io personale, costituito dalla struttura psicogenetica individuale (genoma), rende il concepito in grado di condizionare la sua crescita ed suo sviluppo, essendo capace di auto-evolversi e di auto- modificarsi, oltre che di relazionarsi ed interagire, in particolare con l'ambiente materno, sia esso fisico (biochimico e metabolico) che psicologico ed esistenziale. Questo Io personale è dotato di un progetto di vita, che è come una bussola interiore che orienta il presente e futuro dell'esistenza.
Il concepito non è un essere passivo, come si potrebbe erroneamente pensare, ma è sensibile e attivo verso l'ambiente nel quale vive, in quanto in lui è presente la capacità di dare e ricevere, di accettare e rifiutare, quindi di amare e di odiare.
Se i genitori si aprissero al figlio a partire dal momento del concepimento infatti, potrebbero sentire interiormente da subito le sue caratteristiche personali e le influenze che esercita nella loro vita. Queste infatti possono agevolare oppure ostacolare il loro cammino, allo stesso modo in cui i genitori influenzano la sua crescita.
Dice J.K. Lavater (1741-1801):
"Se una donna potesse descrivere nel dettaglio tutti gli stati immaginativi che attraversano la sua anima nel corso della gravidanza ella potrebbe forse in parte prevedere a quale destino filosofico, morale e intellettivo va incontro suo figlio."
A partire dal concepimento, la presenza del figlio nei genitori è così viva da non poter rimanere insensibili o indifferenti ai suoi richiami e bisogni anzi, ad una certo punto sono chiamati in modo esplicito a fare i conti con la sua realtà, ed è questa una delle grandi sfide della vita.
Dall'atteggiamento dei genitori (ed in particolare della madre) dipende il futuro del figlio: i genitori infatti non gli forniscono solo il nutrimento per crescere o l'ambiente d'esperienza, ma anche la possibilità d'intesa e di collaborazione per il raggiungimento di obiettivi e mete comuni.
Dall'epigenetica, una nuova disciplina nata dalla genetica, sappiamo che nelle prime fasi della vita il concepito riceve dei continui imprinting, dati dai comportamenti, dalle emozioni, dai pensieri e dai valori vissuti dai suoi genitori, capaci di condizionare il corso della sua esistenza. I buoni imprinting aiuteranno il figlio a vivere bene e ad affrontare la vita con serenità, mentre quelli negativi saranno da ostacolo e potranno creare delle serie difficoltà. L'imprinting evidenzia una modalità di relazione caratterizzata dall'asimmetria, dove il ruolo attivo è esercitato dall'adulto e quello passivo dal bambino. Tale asimmetria, se praticata in modo continuo a senso unico accresce l'isolamento e la negatività, sia nel bambino che nell'adulto. Questo tipo di relazione è praticata da molti genitori e insegnanti che, data loro condizione di adulti, sentendosi superiori si esercitano a criticare i bambini, perché ; partono dall'idea che il rilevare e il mettere in evidenza i loro limiti costituisca un grande pregio per la loro educazione. In realtà essi, per vari motivi, si lamentano dei bambini perché nel fondo del loro cuore non riescono ad accettarli così come sono: li vorrebbero diversi e rispondenti alle loro esigenze ed aspettative. In questo caso viene preclusa ogni possibilità di sviluppare e realizzare una vera relazione ed un profondo contatto interiore con il bambino, necessari per conoscere le ricchezze nascoste nella sua anima; ciò inoltre rende difficile ogni forma di cura, di terapia e di educazione.
Per questo è opportuno cominciare a diventare quanto prima consapevoli che la relazione genitore-figlio, se vissuta nella sua pienezza sul piano interiore, è sia simmetrica che complementare, in quanto il figlio, fin dal concepimento, non ha ne più e ne meno lo stesso valore del genitore. E come lui è dotato, per riferirci a una visione tradizionale dell'uomo, di un corpo (presente in forma di germe, embrione o feto), di un'anima e di uno spirito, anche se parte da una condizione della vita completamente diversa. Il concepito ha tutto ciò che gli serve per partecipare attivamente al processo creativo fra esseri umani, dato dal rapporto dinamico tra due soggetti capaci di farsi presenti uno all'altro attraverso un dialogo globale fatto di continue proposte e controproposte. La relazione da persona a persona, caratterizzata da una posizione di pari livello e valore, ne rende possibile lo scambio, la comunicazione circolare e la capacità di unione nell'amore. Ciò diviene possibile solo se l'adulto è in grado di spogliarsi di tutti i suoi ruoli, di tutti i suoi titoli e di tutti i meriti che ha acquisito nel corso del tempo: questo gli consente di poter esprimere la parte più essenziale e vitale di sé, per en trare in contatto e sintonizzarsi con il bambino. Potremmo meglio dire che l'adulto, se vuole entrare in una relazione vera e autentica con il bambino, è chiamato a mettere da parte la sua cultura, il suo potere e ciò che appare all'esterno, per ritrovarsi ad essere quello che veramente è: un centro attraverso il quale la vita si manifesta.
Non è possibile delegare ad altri questo dialogo così intimo e personale che il genitore può avere con il figlio (se non in presenza di precise garanzie), pena lo scadimento sul piano qualitativo della relazione. Oggi questo avviene frequentemente, purtroppo, perché il più delle volte i genitori arrivano all'appuntamento con il figlio impreparati: durante la gestazione delegano quindi questa possibilità al personale medico, poi nell'infanzia alle baby-sitter ed in seguito agli insegnanti.
L'importanza della relazione personale che l'adulto può avere con il bambino è ben sottolineata nei Vangeli, quando si afferma senza equivoci il senso e valore del bambino (Mat 18, 3): "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli". Questo indica chiaramente l'obiettivo verso il quale l'adulto, una volta maturo ed inserito a pieno titolo nella società, dovrebbe tendere per poter esprimere il suo valore e la sua ricchezza e per vivere la pienezza della relazione e dell'esistenza, in quanto il bambino è spontaneità, è attività, è semplicità, è gioia,
La relazione autentica non può che favorire nell'adulto il contatto con se stesso e con la profondità del proprio essere, aprendolo alla prospettiva della crescita e del legame, con il bambino e con tutti gli altri esseri.
Riuscire a spogliarsi delle proprie apparenze e riconoscere l'altro quale persona dotata di una sua libertà decisionale significa manifestare un rispetto autentico per quello che egli realmente è, molto diverso da come in genere appare.
La pratica della grammatica dell'amore richiede che ci si rivolga al bambino come a un essere consapevole capace di raccogliere informazioni, sensazioni, sentimenti e di elaborare una sua risposta.
Sarebbe inoltre utile affrontare sempre le richieste illustrandole, chiedendo "per favore" ed esprimendo un "grazie" alla risposta. Questo chiaramente se si tratta di una situazione di normalità, non caratterizzata dal pericolo di vita di cui il bambino può essere inconsapevole.
Ciò che riguarda la relazione genitore e figlio vale anche per la relazione di coppia, tra fidanzato e fidanzata o marito e moglie, essendo anche queste delle relazioni eminentemente interiori, fondate sulla simmetria e complementarietà. Se guardiamo oltre abbiamo modo di vedere che la crisi della famiglia attuale, altro non è che la manifestazione della crisi di relazioni fra esseri umani: il più delle volte fragili e superficiali, e improntate quasi elusivamente all'avere, dove l'altro viene trattato come un oggetto, come merce di scambio. Quando per qualche motivo il cuore viene chiuso, contratto o appiattito, viene meno la capacità di amare, di scorgere e riconoscere nell'altro il suo valore, la sua parte positiva, quella vitale e vera: viene intravvista invece la sua ombra, fatta di limiti e difficoltà, perché ha il torto di non rispondere ai nostri bisogni ed esigenze. Quante volte il fidanzato o la fidanzata, il marito o la moglie si lamentano con il coniuge, perche lo credeva diverso da come è in realtà e diverso da come se lo aspettava. Poche coppie e poche famiglie sono consapevoli dei danni prodotti dall'approccio critico e negativo nei confronti dell'altro, che a sua volta risponde difendendo si e innestando una dinamica conflittuale che, se non adeguatamente affrontata, può con il tempo degenerare e far naufragare la relazione.
Questo stesso discorso può essere esteso ai rapporti che si sviluppano all'interno della società, caratterizzata da un'organizzazione in classi sociali fra loro sempre più diseguali, dove i ricchi tendono a diventare sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; società nella quale le relazioni tendono ad assumere un carattere patologico e a diventare fonte di disordine e malattia.
Alla Chiesa spetta il compito di difendere la vita, intesa come un dono avvolto nel mistero, dal suo inizio fino alla morte naturale, ma anche di praticare a tutti i livelli delle relazioni autentiche, fraterne e di qualità, come ci ha insegnato Gesù. Nel Vangelo di Giovanni (Gv 13,35) è scritto: "Vi riconosceranno da come vi amerete" ed è da questa constatazione che dovremmo partire se vogliamo concretamente realizzare in prospettiva, qui, fra noi, sulla Terra, la Civiltà dell'Amore.

Presidente del MpV "Dario Casadei" di Conegliano

sabato 11 maggio 2013

PROGETTO DI SOLIDARIETA’ INSIEME PER L’EMILIA, INSIEME PER LA VITA



 










               

         

                     


SOLIDARIETA’ – INCONTRO – AMICIZIA – CULTURA DELLA VITA


Si è svolta sabato 4 maggio 2013, presso il teatro “Aurora” di Campodarsego, una manifestazione dal titolo “INSIEME PER L’EMILIA, INSIEME PER LA VITA” presenti l’Assessore alla cultura Pierantonio Coletto e il Dirigente scolastico prof. Claudio Segato.
L’evento è stato articolato in due momenti:
1) premiazione delle dodici classi delle scuole primarie di Campodarsego che hanno partecipato al concorso “Coloriamo la vita”, patrocinato dal Comune di Campodarsego e dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Padova;
2) spettacolo teatrale “Il gatto Pompiere” portato in scena dagli alunni di classe quinta della scuola primaria di Finale Emilia.  

Nell’atrio del cinema è stata allestita una mostra con i bellissimi elaborati grafici realizzati dagli alunni, integrata con materiale informativo e divulgativo del Centro aiuto alla Vita (volantini Uno di Noi, numero verde, progetto Gemma, ecc.). Sono state proiettate inoltre due brevi animazioni in DVD realizzate dagli alunni di un plesso della Scuola di Campodarsego.

Terminata la premiazione, gli spettatori presenti in sala  hanno “gustato” il musical ispirato al libro di Antonella Diegoli, insegnante dei piccoli attori, nonché presidente di Federemilia, scritto a seguito delle terribili scosse di terremoto che hanno sconvolto l’Emilia lo scorso anno.
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Gli alunni coinvolti, belli nei loro coloratissimi costumi di scena e molto bravi a recitare, cantare e danzare, hanno voluto mettere a disposizione il proprio talento e il loro impegno al fine di raccogliere fondi per la ristrutturazione del Museo di Finale Emilia che, a seguito del terremoto, ha subito ingenti danni. Nel pomeriggio lo spettacolo è stato replicato per i bambini dell’I.C. di Borgoricco e della scuola Materna di S. Maria di Non, dove in questi giorni si sono svolte le ultime premiazioni.
In totale sono stati premiati oltre 500 alunni di due Istituti Comprensivi e di una scuola per l’Infanzia.
Tutti le classi partecipanti sono state premiate allo stesso modo in quanto, gli alunni che in questo periodo sono stati seguiti molto bene dalle loro insegnanti, hanno centrato il tema e realizzato con cura ed impegno
bellissimi elaborati, esprimendosi molto bene nel campo dei diritti umani, primo fra tutti il diritto alla vita.

L’evento, molto impegnativo sia dal punto di vista economico che delle risorse umane impiegate, ha potuto aver luogo grazie all’instancabile attività dei volontari, ma anche grazie alla sensibilità da sempre dimostrata dal parroco e dall’amministrazione comunale, nelle persone del sindaco e dell’assessore alla cultura. La parrocchia ha messo a disposizione la sala del teatro Aurora, l’amministrazione comunale ha offerto il trasporto gratuito degli alunni dei plessi dell’I.C. di Campodarsego.
Abbiamo potuto assistere ad una bella gara di “solidarietà nella solidarietà”: per il pranzo e la merenda dei nostri ospiti, l’associazione dei Carabinieri in congedo ci ha offerto la spesa, alcune volontarie hanno preparato dolci, due panifici hanno donato il pane e alcuni dolci, e una ditta ci ha fornito gratuitamente tovaglioli, bicchieri e tovagliette.
Alcuni volontari e loro familiari, ci hanno sostenuto nella spesa contribuendo all’acquisto o donando colori e  carta. Altri ci hanno aiutato nella realizzazione e stampa degli attestati. Infine, ringraziamo Giulia, che in occasione della sua Prima Comunione ha voluto donare al nostro centro, da lei visitato con gli scouts lo scorso anno, l’equivalente dell’acquisto delle bomboniere.

Antonella Diegoli ieri mi ha scritto un sms in cui racconta la soddisfazione del sindaco di Finale Emilia nel ricevere la somma di € 653,45 raccolta dagli alunni spettatori che servirà per la ricostruzione del Museo Civico, come da desiderio dei piccoli artisti.

Grazie a tutti dall’MPV-CAV di Campodarsego

venerdì 10 maggio 2013

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sabato 4 maggio 2013

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giovedì 2 maggio 2013

premiazione concorso Coloriamo la Vita e rappresentazione teatrale "Il gatto pompiere"

Evento previsto il 4 maggio 2013 alle ore 9:00 presso il teatro “Aurora” in Piazza Europa Campodarsego Programma Premiazione delle dodici classi delle scuole primarie di Campodarsego che hanno partecipato al concorso “Coloriamo la vita” patrocinato dal Comune di Campodarsego e dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Padova nell’anno scolastico 2012-13 Visione di due brevi animazioni in DVD realizzati dalle classi della Scuola di Campodarsego via Moro partecipanti al Concorso. Spettacolo teatrale “Il Gatto pompiere” rappresentato dai bambini della scuola primaria di Finale Emilia “Il gatto Pompiere” ispirato al libro scritto da Antonella Diegoli dal titolo “Piccola Storia di un gatto che si scoprì pompiere”, scritto a seguito delle terribili scosse di terremoto che hanno sconvolto l’Emilia, lo scorso anno. In particolare gli alunni coinvolti nella rappresentazione teatrale desiderano mettere a disposizione il proprio talento e il loro impegno al fine di raccogliere fondi per la ristrutturazione del Museo di Finale Emilia che, a seguito del terremoto, ha subito ingenti danni.