La notizia riportata nei
giorni scorsi dai giornali è di quelle notizie che lasciano senza parole. In un
giardino del padovano è stata fatta una macabra scoperta: il corpicino di un
feto, rivelatosi poi di una bimba quasi del tutto formata è stato ritrovato in
un giardino nel padovano. Poi si è saputo che la mamma era una diciasettenne che
per procurarsi l’aborto aveva preso la
Ru486, farmaco con effetti abortivi, e
dopo aver partorito si è liberata del corpicino, aiutata dal fidanzatino
diciottenne. Un’altra sferzata violenta alla dignità del concepito, un’ennesima
vittima innocente.
A queste notizie dovrebbe
seguire il silenzio e la preghiera. Ma
si sente anche il bisogno di dire qualcosa, forse per liberare la coscienza da un peso, da un
sentimento di corresponsabilità con quanto è accaduto.
Io sento anzitutto
il bisogno di rivolgermi a questa giovane. Lo faccio con le parole, che non
hanno bisogno di commento, con le quali Giovanni Paolo II, nella Enciclica
Evengelium, parla alle donne che non hanno accolto una nuova vita. "Non lasciatevi prendere dallo
scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto
ciò che si è verificato e interpretatelo
nella sua verità: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi
il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Vi
accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro
bambino, che ora vive nel Signore." (E.V. §99)
Desidero inoltre far sentire la voce dei Centri aiuto
alla vita sparsi in tutta Italia, noi
tutti volontari per la vita che sappiamo cosa significa non lasciare sola una
donna in un momento così delicato come la gravidanza, sentiamo la necessità di ribadire l'urgenza di
una nuova "Cultura della Vita" che, nel rifiuto di ogni ipocrisia,
che porta spesso a giudizi di condanna degli altri, ci aiuti a riscoprire tutta
la verità sull'uomo e sull'inizio della sua vita e ad offrire vera solidarietà
a chi soffre.
Sentiamo il
bisogno di chiedere a tutti di far conoscere l'attività dei Centri di Aiuto
alla Vita, i servizi offerti, le loro sedi,
le opere del Movimento per la Vita come: il numero verde SOS Vita
(8008-13000), attivo 24 ore su 24, al quale può rivolgersi una donna in difficoltà
per una gravidanza difficile o inattesa, ora attivo anche sul web e Progetto
Gemma grazie al quale si propone l' "adozione di una mamma e del suo
bambino”. Ma si può partorire in anonimato presso gli ospedali e lasciare il
bambino in adozione oppure se non si vuole partorire in ospedale ci sono le “Culle
per la Vita” dove poter lasciare il bambino. A Camposampiero ce n’è una per
esempio.
Aggiungerei che fatti del genere denotano una quasi
totale assenza di un’educazione dei giovani ai valori della vita, ad una sana e
corretta educazione affettiva e sessuale. Noi ci proponiamo con i nostri
programmi e iniziative nelle scuole e nelle parrocchie mettendo a disposizione
esperti in materia per parlare ai giovani e far capire l’importanza di una
sessualità responsabile che porti un domani ad una genitorialità responsabile.
Forse se quella giovane avesse conosciuto le opportunità offerte
dal Volontariato per la Vita cioè aiuti concreti, valide alternative all’aborto
e non “mere parole”, avrebbe fatto una scelta diversa.
Lo diciamo sulla base dei
dati relativi alla attività dei CAV. Si
può stimare che in 40 anni di attività siano nati in Italia, grazie ai
Centro Aiuto alla Vita, oltre 170.000 bambini e che siano state assistite circa
600.000 donne molte delle quali vengono ospitate nelle case di accoglienza o
presso famiglie o in case in affitto gestite dai CAV. Mai nessuna di questa
donne si è lamentata o pentita della scelta fatta.
E’
questa la migliore conferma della reale
"amicizia" del Volontariato per la Vita verso la donna ed il suo
bambino, ed insieme la dimostrazione della capacità di offrire condivisione
ed aiuto usando solo Gratuità e
Solidarietà che sintetizzano la proposta
per una nuova Cultura della Vita. Una Cultura che senza tradire la verità sia
in grado di costruire una società in cui
l'uomo sia valorizzato per ciò che è e non per ciò che ha, accogliendo tutti, proprio come una mamma
che, con le braccia aperte, accoglie i suoi figli e trasmette la gioia della
speranza, perché la Vita è speranza.
Padova, 23 novembre 2015
Patrizia Masello
Centro Aiuto
alla vita di Campodarsego
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